Post by mik on Feb 9, 2007 19:42:52 GMT 1
Due cosette.... ;D
*Recensione (autografa e già un po' vecchiotta) di AWITC:
Bloc Party - A Weekend In The City (VICE/Wichita, febbraio 2007)
Tracklist:
1 Song For Clay (Disappear Here)
2 Hunting For Witches
3 Waiting For the 7.18
4 The Prayer
5 Uniform
6 On
7 Where Is Home
8 Kreuzberg
9 I Still Remember
10 Sunday
11 SRXT
Gruppo londinese genericamente etichettato come new-new wawe, indie rock e punky-funky pur essendo poco di tutte e tre le cose, e includibile, come genere, nel circolo di band come Franz Ferdinand, The Killers, Kaiser Chiefs ecc. ecc., i Bloc Party hanno guadagnato notorietà nel corso del 2005 con il loro debut album Silent Alarm. Sono formati da Kele Okereke (voce e chitarra), frontman di origine nigeriana (ve lo ricordate in Believe dei Chemical Brothers?), Russell Lissack (chitarra), Gordon Moakes (basso e voce) e Matt Tong (batteria).
Prima di iniziare vorrei premettere due cose.
Primo: è possibile e giusto recensire un album a meno di un mese della sua uscita (bhe sì, grazie al Mulo e a qualche "ladro" di canzoni che è riuscito ad impadronirsene anzitempo); il mio dubbio rimane però se si pensa alla qualità audio (tra il buono e il mediocre) delle canzoni e al loro volume altalenante, come se fossero state "rubate" in momenti diversi e da registrazioni diverse...il dubbio sul mixaggio definitivo rimane tutto.
Secondo: questa recensione sarà mooolto influenzata da un giudizio a priori che ho su questo gruppo. Potrei dire che i Bloc Party sono al momento uno dei gruppi che seguo di più, che Silent Alarm è nella lista delle cose che porterei con me se mi bruciasse la casa e che probabilmente è difficile riuscire a rimanere su un gudizio oggettivo senza creare dei paragoni con quanto già pubblicato dalla band (quindi il mio consiglio a chi fosse interessato è di procurarsi il vecchio materiale: Silent Alarm, il Bloc Party EP e la quindicina di b-sides che circolano in rete).
Il nuovo cd infatti si spinge oltre i territori di (eccellente) contaminazione che Silent Alarm aveva tracciato: siamo di fronte ad un lavoro più maturo e consapevole, anche se scritto e registrato durante le poche pause concesse dal continuo tour presenta molte idee e rimane vario, anche se molti arrangiamenti si avvicinano più a un rock classico che alla musica alternativa. Rispetto al passato la band sembra più interessata alle rifiniture elettroniche che ad approcciarsi allo sperimentalismo sulla forma canzone, si sente (soprattutto nel cantato) una riversione nella melodia e un abbandono della voce "urlante" di Kele che lo rendeva talvolta una specie di Robert Smith più spaventato, la raccolta è nettamente più omogenea della precedente sia come canzoni, sia come stile, sia come mixaggio (però il dubbio..).
Come tutti i gruppi che si rispettino anche i Bloc Party hanno dichiarato in recenti interviste che in questo disco avremmo potuto ascoltare alcune delle cose più "pesanti" che avessero mai scritto. Stranamente avevano ragione.
AWITC si apre infatti con l'hardrocckettara Song For Clay (Disappear Here) : la voce di Kele che sfarsetta a mo' di Muse lascia il posto ai colpi secchi di batteria e a un riff di chitarre solido ed angolare, mentre il ritornello sbuca fuori all'improvviso, veloce ed appiccicoso. Il testo è ispirato al romanzo Meno Di Zero di Bret Eason Ellis, ambientato però in una Londra moderna.
Nemmeno il tempo di rilassarsi e un mix di voci di passanti e suoni elettronici intoduce alla trascinante Hunting For Witches, uno dei pezzi migliori del cd. Sorretto da un riff di chitarra ed ispirato alla "caccia alle streghe" nella Londra del dopo attentati: "Stavo seduto/Sul tetto di casa mia/Con un fucile/E una cassa di birra" e poi: "Il Daily News dice/Che il nemico è fra di noi/Prende le nostre donne/E prende il nostro lavoro". La canzone ricorda vagamente una Helicopter più elettronica, aumenta di impatto progressivamente fino al ritornello, forse il più catchy del cd, in tipico stile Bloc Party. E' l'unica canzone in cui basso suona al livello di Silent Alarm, per il resto del cd scalcia poco, finendo a contorno...
Waiting For The 7.18 è un'altra buona canzone: si apre all'insegna della melodia (e dei Radiohead), ma poi accelera fino a un finale quasi epico. Finalmente si sente un po' la batteria: non rimane molto del fantastico ed imprevedibile drumming del disco precedente, anche se le partiture sono spesso veloci e mai scontate. Il ritornello è uno dei più belli del cd.
Arrivati a The Prayer arriva la prima grande delusione: il primo singolo è una canzone che divide, c'è a chi piace e a chi non piace. A me non piace. La base con rimandi hip-hop e un ritornello che vorebbe colpire ma non lo fa' sono le poche cose da salvare di questa canzone (da cancellare invece l'assoletto, brutta copia di quello di Positive Tension del primo cd).
La successiva Uniform, citata più volte come un possibile center-piece dell'album, è una canzone apprezzabile anche se rendeva nettamente di più nelle versioni live bootleg uscite in precedenza. Il gruppo ingrana un motore diesel per questa canzone che dura 5 minuti e mezzo ed è simbolicamente divisa in tre parti, due melodiche ad incorniciare una centrale movimentata da riff di chitarra in tre quarti e un assolo elettronico.
Segue On, una delle canzoni melodiche più belle mai scritte dal gruppo: accompagnata da una sessione di archi e movimentata da un beat proto-elettronico, la canzone si regge sulla voce di Kele che spicca il volo nel ritornello. Non siamo ai livelli melodici di So Here We Are, ma quasi...
Anche per Where Is Home vale lo stesso discorso di Uniform: una canzone che sembrava essere nata sotto una buona stella in realtà non rende bene su cd ed è un peccato. Concepita come una frenetica e battagliera canzone a denuncia del razzismo riversatosi sui neri in Inghilterra (il riferimento è alla famiglia del cantante), in seguito la canzone è stata elaborata, il ritornello è stato poppizzato e alcuni versi modificati, rendendola più simile a una cantilena che a un grido di guerra.
Se fin qui il cd è ancora qualcosa che per l'alternanza di pezzi vari rassomiglia un po' a Silent Alarm, il finale batte decisamente la fiacca: le ultime quattro canzoni sono pezzi melodici e tutto sommato piatti.
Kreuzberg è una canzone troppo pop e scontata, seppure godibile in certi momenti; I Still Remember (secondo singolo..?) ha delle belle melodie ma si scorda dopo qualche ascolto, mentre con Sunday (canzone che mi ricorda i The Killers e che è suonata con due batterie ) siamo ai livelli di Plans del primo cd. L'unico valore aggiunto di queste canzoni è la voce di Kele che è molto migliorata, mentre la parte strumentale (soprattutto nelle prime due) non spicca.
Il finale con SRXT è l'emblema di come quest'album avrebbe potuto essere molto meglio: una canzone di nuovo in linea con la matrice indie-alternativa della band (vaghi riferimenti a Radiohead, Arcade Fire, Sigur Ros...) e che poteva essere, se resa più lunga e con arrangiamenti migliori (ad es. quella batteria che rulla sui 2:30 e non c'entra niente...), uno degli assi portanti del cd. Lo splendido finale in stile amarcord con le voci a coro e le chitarre effettate è un fantastico esempio di come l'armonia c'è, basta raggiungerla...
Voto: 7 Perché è un cd carino e ci sono dei buoni spunti, ma non regge il confronto con il predecessore e non è all'altezza delle potenzialità del gruppo.
**B-sides di A Weekend In The City
Sono ben undici (praticamente un nuovo cd), tutte di buon livello:
Atonement - Canzone d'amore molto bella, mi ricorda vagamente gli Interpol del primo cd. 'A Weekend In The City' (iTunes US pre-order only)
Cain Said To Abel - 'A Weekend In The City' (iTunes US version)
Emma Kate's Accident - 'A Weekend In The City' (Best Buy version)
England - Stupenda, prima si chiamava Blue Moon. 'A Weekend In The City' (Japanese version) and 'The Prayer' 7" single (vinile)
Rhododendrons - acquistabile su eMusic
Secrets - Molto allegra e simile a Luno. 'A Weekend In The City' (Target version) ascoltabile qua: www.exclaim.ca/blocparty/
Selfish Son - Molto bella e particolare. 'A Weekend In The City' (Napster version) e Rhapsody
The Once And Future King - Canzone old-style tutta chitarre. 'A Weekend In The City' (Target version) ascoltabile qua: www.mtv.ca/?lnk=c&name=music&id=1551285
Version 2.0 - 'A Weekend In The City' (Best Buy version) e 'The Prayer' 7" single (vinyl two)
Vision Of Heaven - Scaricabile gratuitamente qua: www.purevolume.com/videos/blocparty/istillremember
We Were Lovers - Veramente, veramente bella..mi ricorda i Cure. Prima si chiamava Into The Blue o Cells Shaped Like Stars. 'A Weekend In The City' (Japanese version) e 'The Prayer' CD single
Se siete interessati ne potete scaricare alcune qui: neileslife.blogspot.com/2007/02/foot-in-mouth.html
ciao ciao
*Recensione (autografa e già un po' vecchiotta) di AWITC:
Bloc Party - A Weekend In The City (VICE/Wichita, febbraio 2007)
Tracklist:
1 Song For Clay (Disappear Here)
2 Hunting For Witches
3 Waiting For the 7.18
4 The Prayer
5 Uniform
6 On
7 Where Is Home
8 Kreuzberg
9 I Still Remember
10 Sunday
11 SRXT
Gruppo londinese genericamente etichettato come new-new wawe, indie rock e punky-funky pur essendo poco di tutte e tre le cose, e includibile, come genere, nel circolo di band come Franz Ferdinand, The Killers, Kaiser Chiefs ecc. ecc., i Bloc Party hanno guadagnato notorietà nel corso del 2005 con il loro debut album Silent Alarm. Sono formati da Kele Okereke (voce e chitarra), frontman di origine nigeriana (ve lo ricordate in Believe dei Chemical Brothers?), Russell Lissack (chitarra), Gordon Moakes (basso e voce) e Matt Tong (batteria).
Prima di iniziare vorrei premettere due cose.
Primo: è possibile e giusto recensire un album a meno di un mese della sua uscita (bhe sì, grazie al Mulo e a qualche "ladro" di canzoni che è riuscito ad impadronirsene anzitempo); il mio dubbio rimane però se si pensa alla qualità audio (tra il buono e il mediocre) delle canzoni e al loro volume altalenante, come se fossero state "rubate" in momenti diversi e da registrazioni diverse...il dubbio sul mixaggio definitivo rimane tutto.
Secondo: questa recensione sarà mooolto influenzata da un giudizio a priori che ho su questo gruppo. Potrei dire che i Bloc Party sono al momento uno dei gruppi che seguo di più, che Silent Alarm è nella lista delle cose che porterei con me se mi bruciasse la casa e che probabilmente è difficile riuscire a rimanere su un gudizio oggettivo senza creare dei paragoni con quanto già pubblicato dalla band (quindi il mio consiglio a chi fosse interessato è di procurarsi il vecchio materiale: Silent Alarm, il Bloc Party EP e la quindicina di b-sides che circolano in rete).
Il nuovo cd infatti si spinge oltre i territori di (eccellente) contaminazione che Silent Alarm aveva tracciato: siamo di fronte ad un lavoro più maturo e consapevole, anche se scritto e registrato durante le poche pause concesse dal continuo tour presenta molte idee e rimane vario, anche se molti arrangiamenti si avvicinano più a un rock classico che alla musica alternativa. Rispetto al passato la band sembra più interessata alle rifiniture elettroniche che ad approcciarsi allo sperimentalismo sulla forma canzone, si sente (soprattutto nel cantato) una riversione nella melodia e un abbandono della voce "urlante" di Kele che lo rendeva talvolta una specie di Robert Smith più spaventato, la raccolta è nettamente più omogenea della precedente sia come canzoni, sia come stile, sia come mixaggio (però il dubbio..).
Come tutti i gruppi che si rispettino anche i Bloc Party hanno dichiarato in recenti interviste che in questo disco avremmo potuto ascoltare alcune delle cose più "pesanti" che avessero mai scritto. Stranamente avevano ragione.
AWITC si apre infatti con l'hardrocckettara Song For Clay (Disappear Here) : la voce di Kele che sfarsetta a mo' di Muse lascia il posto ai colpi secchi di batteria e a un riff di chitarre solido ed angolare, mentre il ritornello sbuca fuori all'improvviso, veloce ed appiccicoso. Il testo è ispirato al romanzo Meno Di Zero di Bret Eason Ellis, ambientato però in una Londra moderna.
Nemmeno il tempo di rilassarsi e un mix di voci di passanti e suoni elettronici intoduce alla trascinante Hunting For Witches, uno dei pezzi migliori del cd. Sorretto da un riff di chitarra ed ispirato alla "caccia alle streghe" nella Londra del dopo attentati: "Stavo seduto/Sul tetto di casa mia/Con un fucile/E una cassa di birra" e poi: "Il Daily News dice/Che il nemico è fra di noi/Prende le nostre donne/E prende il nostro lavoro". La canzone ricorda vagamente una Helicopter più elettronica, aumenta di impatto progressivamente fino al ritornello, forse il più catchy del cd, in tipico stile Bloc Party. E' l'unica canzone in cui basso suona al livello di Silent Alarm, per il resto del cd scalcia poco, finendo a contorno...
Waiting For The 7.18 è un'altra buona canzone: si apre all'insegna della melodia (e dei Radiohead), ma poi accelera fino a un finale quasi epico. Finalmente si sente un po' la batteria: non rimane molto del fantastico ed imprevedibile drumming del disco precedente, anche se le partiture sono spesso veloci e mai scontate. Il ritornello è uno dei più belli del cd.
Arrivati a The Prayer arriva la prima grande delusione: il primo singolo è una canzone che divide, c'è a chi piace e a chi non piace. A me non piace. La base con rimandi hip-hop e un ritornello che vorebbe colpire ma non lo fa' sono le poche cose da salvare di questa canzone (da cancellare invece l'assoletto, brutta copia di quello di Positive Tension del primo cd).
La successiva Uniform, citata più volte come un possibile center-piece dell'album, è una canzone apprezzabile anche se rendeva nettamente di più nelle versioni live bootleg uscite in precedenza. Il gruppo ingrana un motore diesel per questa canzone che dura 5 minuti e mezzo ed è simbolicamente divisa in tre parti, due melodiche ad incorniciare una centrale movimentata da riff di chitarra in tre quarti e un assolo elettronico.
Segue On, una delle canzoni melodiche più belle mai scritte dal gruppo: accompagnata da una sessione di archi e movimentata da un beat proto-elettronico, la canzone si regge sulla voce di Kele che spicca il volo nel ritornello. Non siamo ai livelli melodici di So Here We Are, ma quasi...
Anche per Where Is Home vale lo stesso discorso di Uniform: una canzone che sembrava essere nata sotto una buona stella in realtà non rende bene su cd ed è un peccato. Concepita come una frenetica e battagliera canzone a denuncia del razzismo riversatosi sui neri in Inghilterra (il riferimento è alla famiglia del cantante), in seguito la canzone è stata elaborata, il ritornello è stato poppizzato e alcuni versi modificati, rendendola più simile a una cantilena che a un grido di guerra.
Se fin qui il cd è ancora qualcosa che per l'alternanza di pezzi vari rassomiglia un po' a Silent Alarm, il finale batte decisamente la fiacca: le ultime quattro canzoni sono pezzi melodici e tutto sommato piatti.
Kreuzberg è una canzone troppo pop e scontata, seppure godibile in certi momenti; I Still Remember (secondo singolo..?) ha delle belle melodie ma si scorda dopo qualche ascolto, mentre con Sunday (canzone che mi ricorda i The Killers e che è suonata con due batterie ) siamo ai livelli di Plans del primo cd. L'unico valore aggiunto di queste canzoni è la voce di Kele che è molto migliorata, mentre la parte strumentale (soprattutto nelle prime due) non spicca.
Il finale con SRXT è l'emblema di come quest'album avrebbe potuto essere molto meglio: una canzone di nuovo in linea con la matrice indie-alternativa della band (vaghi riferimenti a Radiohead, Arcade Fire, Sigur Ros...) e che poteva essere, se resa più lunga e con arrangiamenti migliori (ad es. quella batteria che rulla sui 2:30 e non c'entra niente...), uno degli assi portanti del cd. Lo splendido finale in stile amarcord con le voci a coro e le chitarre effettate è un fantastico esempio di come l'armonia c'è, basta raggiungerla...
Voto: 7 Perché è un cd carino e ci sono dei buoni spunti, ma non regge il confronto con il predecessore e non è all'altezza delle potenzialità del gruppo.
**B-sides di A Weekend In The City
Sono ben undici (praticamente un nuovo cd), tutte di buon livello:
Atonement - Canzone d'amore molto bella, mi ricorda vagamente gli Interpol del primo cd. 'A Weekend In The City' (iTunes US pre-order only)
Cain Said To Abel - 'A Weekend In The City' (iTunes US version)
Emma Kate's Accident - 'A Weekend In The City' (Best Buy version)
England - Stupenda, prima si chiamava Blue Moon. 'A Weekend In The City' (Japanese version) and 'The Prayer' 7" single (vinile)
Rhododendrons - acquistabile su eMusic
Secrets - Molto allegra e simile a Luno. 'A Weekend In The City' (Target version) ascoltabile qua: www.exclaim.ca/blocparty/
Selfish Son - Molto bella e particolare. 'A Weekend In The City' (Napster version) e Rhapsody
The Once And Future King - Canzone old-style tutta chitarre. 'A Weekend In The City' (Target version) ascoltabile qua: www.mtv.ca/?lnk=c&name=music&id=1551285
Version 2.0 - 'A Weekend In The City' (Best Buy version) e 'The Prayer' 7" single (vinyl two)
Vision Of Heaven - Scaricabile gratuitamente qua: www.purevolume.com/videos/blocparty/istillremember
We Were Lovers - Veramente, veramente bella..mi ricorda i Cure. Prima si chiamava Into The Blue o Cells Shaped Like Stars. 'A Weekend In The City' (Japanese version) e 'The Prayer' CD single
Se siete interessati ne potete scaricare alcune qui: neileslife.blogspot.com/2007/02/foot-in-mouth.html
ciao ciao